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LA CHIESA NEL CIRCO E LUNAPARK

E' stato il vescovo promotore a presentare in aprile ai vescovi italiani riuniti a Roma una «nota pastorale», frutto del lavoro e dell'esperienza dei vari operatori in Italia.
Nei ricordare che il servizio pastorale verso i viaggianti deve essere incoraggiato, dilatato, specializzato, il vescovo ha lamentato che il numero degli operatori è inadeguato ed essi si danno con amore, dedizione e conoscenza dei problemi.
Le mète pastorali proposte sono la conoscenza della situazione di vita dei viaggianti (Circhi e Luna Park) che hanno una particolare sensibilità di fede; sono i viaggianti stessi in grado di aiutare gli operatori a capire il senso della loro fede, della loro cultura, della loro vita.
Punto di partenza della evangelizzazione e della catechesi è l'annuncio della Parola di Dio, perché i Viaggianti si sentano partecipi della Chiesa presente nel loro cammino.
Occorre sensibilizzare le chiese locali italiane perchè prendano coscienza del mondo delle ca­rovane e mettano in atto iniziative concrete di accoglienza e di disponibilità di catechesi.
Naturalmente occorre aumentare il numero degli operatori (sacerdoti, diaconi, religiosi, laici) che assicurino l'annuncio della Parola di Dio e la continuità della cura pastorale verso i fratelli viaggianti.
Sarebbe bello poter veder crescere in mezzo alle carovane vocazioni di vita consacrata a Dio, perché gli stessi circensi e gli stessi lunaparchisti siano gli evangelizzatori e gli animatori della fede della loro gente.
Compito dell'OASNI sarà quello di aiutare i vari operatori perché si scambino idee ed espe­rienze e cerchino assieme linee pastorali.
Parlando dei LUNA PARK la nota pastorale dice che è un lavoro duro e di sacrificio e non senza tensioni per la grande concorrenza e per le piazze. I giovani subiscono influssi della so­cietà odierna e attutiscono certi valori di sacrificio, di solidarietà e di prestigio per il valore tipico del proprio lavoro.
La tradizione religiosa è molto viva, ma la conoscenza cristiana e la pratica sono carenti. La famiglia è ancora abbastanza unita e sono fortemente sentiti il rispetto per l'anziano, la solida­rietà e la venerazione per i morti.
I sacerdoti che si interessano del Luna Park sono pochi, ma quando la piazza è lunga è possi­bile sviluppare forme adeguate di presenza più continuate e più approfondite. Sarebbe molto bel­lo che i lunaparchisti stessi avvisassero per tempo il parroco della chiesa vicina della loro venuta, invitandolo nelle carovane. Così potrebbero essere organizzati incontri di preghiera, di amicizia, di tempo libero tra le famiglie dei viaggianti e dei parrocchiani.
In assenza degli operatori, qualche famiglia del Luna Park, potrebbe animare momenti di preghiera, lettura del vangelo.
Il lavoro del CIRCO, prosegue la nota, è molto intenso e impegnativo, tra spettacoli, prove, viaggi, impianti e spianti spesso poco remunerativo. La famiglia nel circo è ancora unita e conti­nua nella sua tradizione di lavoro. Le piazze molto brevi, lo stare sempre insieme, fanno correre il rischio che il mondo del circo diventi un mondo chiuso all'esterno.
I rapporti tra le varie categorie (direzione, artisti, operai) sono a volte difficili e le condizioni di lavoro precarie, specie per gli operai per lo più provenienti dal terzo mondo.
Anche per i circensi si deve dire che manca un approfondimento adeguato della fede che è pure sentita e sincera. I circhi sono molto più mobili rispetto al Luna Park, la loro sosta è più breve e quindi impedisce rapporti prolungati con gli operatori.
La scuola istituita in vari circhi è stata una conquista sociale e quando l'insegnante è animato da fede sincera diventa strumento di evangelizzazione e di catechesi.
E' importante che gli operatori incontrino i circhi, anche se il loro contatto è brevissimo, per dare il senso della comunione con la Chiesa e stringere rapporti di amicizia con le varie famiglie, molto dipende dalla disponibilità e dall'accoglienza dei circensi. Sarebbe bello che le famiglie nei loro spostamenti mantenessero i rapporti di amicizia (a volte basta solo una telefonata per dire di essere vicini) .
La vita comune tra le famiglie di un circo dovrebbe essere di aiuto per alcuni momenti (insieme) e insieme con Dio, nella preghiera e nella lettura del Vangelo, così l'arte del circense, la sua fatica per dare all'uomo di oggi un momento di gioia e di divertimento, diventa offerta gradita a Dio.

In Cammino, dicembre 1983